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Caso Soumahoro, la moglie Murekatete al gip: «Non ho usato i fondi della coop per comprare vestiti e gioielli» – Il video

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È stato un interrogatorio flash, quello svoltosi oggi al Tribunale di Latina nei confronti di Liliane Murekatete e di sua madre Marie Therese Mukamatsindo, rispettivamente moglie e suocera del parlamentare Aboubakar Soumahoro. Poche, stringate parole: entrambe le donne si sono avvalse della facoltà di non rispondere, ma hanno rilasciato dichiarazioni spontanee al cospetto del Gip di Latina Giuseppe Molfese, che nei loro confronti ha disposto gli arresti domiciliari. In particolare Murekatete, in collegamento remoto da Ostia, ha respinto le accuse relative alla detrazione dei fondi destinati alla cooperativa per l’acquisto di vestiti e gioielli: un “diritto all’eleganza”, come lo definì il deputato Soumahoro con un’infelice espressione a suo tempo molto contestata, che non sarebbe stato dunque guadagnato sulla pelle dei migranti ospitati dai centri della cooperativa.

Una «suggestione mediatica»

Il legale di Murekatete, Lorenzo Borrè, parla di una «suggestione mediatica» che avrebbe portato la stampa a riferire a lei gli esborsi, ma di cui non ci sarebbe alcun riscontro concreto. Inoltre Murekatete avrebbe puntualizzato alcuni dati: «I due contestati bonifici da 35mila euro non sono mai stati accreditati». E ancora: «Ci sono poi 15 mila euro per l’acquisto di cibo e spese per le strutture e per l’assistenza ai migranti. E il resto delle spese, poco meno di 8mila euro, per il contratto di locazione di Bruxelles: si davano in affitto alla Karibu a un prezzo nettamente inferiore rispetto a quello di mercato due appartamenti nel centro della città. Ma si sarebbero potuti collocare sul mercato privato a un prezzo decisamente superiore: quindi non si capisce perché, eventualmente, avrebbe dovuto andare contro i suoi stessi interessi se non per fare quelli della Karibu».

Rinviata l’udienza preliminare

Sia Borrè, sia l’avvocato Francesca Roccato (che assiste Mukamitsindo) preannunciano il futuro approdo davanti al Tribunale del Riesame in caso di conferma dei domiciliari. Negando, «ovviamente», tutti gli addebiti. Mukamitsindo, inoltre, ha negato di aver assunto le altre cariche sociali risultate dalle banche dati perché riguarderebbero associazioni che «risultano al momento inattive». Informazione che potrebbe far venire meno l’esigenza cautelare, è il sottinteso della difesa. Disposizioni che hanno colpito anche Michel Rukundo (l’altro figlio di Mukamitsindo, anche lui interrogato da remoto) che avrà l’obbligo di dimora ad Alessandria, dove ha la residenza.

Sempre presso il Tribunale di Latina, in mattinata, ha avuto luogo l’udienza preliminare per la tranche d’inchiesta sui presunti reati fiscali, dove Murekatete e Mukamitsindo sono imputate assieme ad altre 4 persone. La Procura di Latina aveva richiesto il rinvio a giudizio, ma i difensori degli imputati hanno sollevato eccezioni di inammissibilità delle costituzioni di parte civile. Pertanto tutto è stato rinviato al prossimo 17 novembre.

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