Il trapper Baby Gang avrebbe iniziato lo sciopero della fame dal carcere di Busto Arsizio, dove è stato nuovamente rinchiuso dopo la revoca degli arresti domiciliari. A darne notizia è stato il deputato Aboubakar Soumahoro, che lo è andato a trovare in cella gli scorsi giorni. Soumahoro ha condiviso sul proprio profilo social le parole che gli ha riferito il 22enne: «Ho iniziato uno sciopero della fame perché sembra di vivere nel 700. Sciopero per le condizioni di vita dei detenuti. La mia infanzia è stata risucchiata in un sistema ingiusto. La libertà di espressione va tutelata».
La vicenda
Zaccaria Mouhib (questo il vero nome di Baby Gang) è stato riportato in carcere dopo che sul proprio profilo Instagram ufficiale sono comparse due foto tratte dal set di un videoclip. In esse mostra il braccialetto elettronico e impugna una pistola accerchiato da pacchi di marijuana (ma sarebbero solo oggetti di scena). Per i giudici, le immagini rappresentavano la prova «del pericolo concreto ed attuale di reiterazione di reato». La prima volta, il giovane era stato arrestato per una rissa con presunta rapina avvenuta nell’ottobre 2022 in Corso Como a Milano. A decidere per il nuovo provvedimento di custodia cautelare in carcere è stata la Corte d’appello di Milano.
Le parole di Soumahoro
Il deputato di Avs Soumahoro ha preso spunto dalla vicenda di Baby Gang per denunciare le condizioni generali della casa circondariale di Busto Arsizio: «Questo carcere, oltre a gravi problemi strutturali, è tra le strutture più sovraffollate d’Italia. Su una capienza di 240 posti, ci sono 431 detenuti di cui oltre la metà di origine straniera. Vi è anche la carenza di personale», ha scritto ancora su Instagram. Per poi concludere: «Come afferma la nostra costituzione, la pena detentiva dovrebbe avere come principale obbiettivo reintegrare i nostri giovani nella società e non spingerli nella profondità dell’esclusione sociale. Questo rischia di essere un fallimento del nostro sistema».
La contro-visita della leghista Tovaglieri
In risposta alle considerazioni di Soumahoro, anche l’eurodeputata leghista uscente (e ricandidata) Isabella Tovaglieri si è presentata fuori dal carcere in provincia di Varese. Dichiarando, sempre a mezzo social: «Sono stata lì anche per rimarcare la vicinanza della Lega a chi rispetta le regole e a chi le fa rispettare, come il personale in forza al carcere. A differenza di chi, come Soumahoro, che si professa paladino dei più fragili, è venuto a portare la propria solidarietà a un detenuto che è stato definito dai giudici socialmente pericoloso e che non ha mostrato alcun segno di pentimento».
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